San Marco in Boccalama era un'isola situata nella laguna centrale, scomparsa nel corso del XVI secolo a causa di subsidenza, eustatismo ed erosione.
L'antico insediamento è stato rintracciato alla fine degli anni '60 da Ernesto Canal, Ispettore onorario della Soprintendenza Archeologica del Veneto.
Nella zona individuata, tra il 1996 e il 1997 Magistrato alle Acque - Consorzio Venezia Nuova, di concerto con la Soprintendenza Archeologica - Nucleo Archeologia Umida Subacquea Italia Centro Alto Adriatico (NAUSICAA), hanno eseguito specifici rilievi archeologici nell'ambito di un progetto per lo scavo di canali e la ricostruzione di barene nell'area compresa tra le casse di colmata e Venezia.
Nel corso di queste attività di rilievo, ai margini dell'antico isolotto sommerso sono stati rinvenuti due antichi vascelli che, nel XIV secolo, furono zavorrati, affondati e ancorati con grossi pali perché servissero da casseri per il rialzo delle rive dell'isola, minacciata dagli allagamenti.
Un espediente che servì per breve tempo: pochi decenni dopo l'isola e il monastero agostiniano che vi sorgeva dovettero essere abbandonati.
Subito dopo la scoperta (1), i due scafi sono stati oggetto di indagini parziali per accertarne natura e datazione. Limitate sezioni trasversali di scavo hanno consentito di appurare che un relitto era attribuibile a un'imbarcazione da trasporto a fondo piatto, mentre l'altro relitto poteva essere identificato con una galea, per la caratteristica forma allungata dello scafo e la presenza della tipica scassa nella zona prodiera arretrata. Si trattava di una scoperta di grandissima importanza e unica nel suo genere. Per la prima volta in assoluto veniva individuato un relitto di galea grazie al quale poter conoscere le tecniche costruttive ancora segrete dei Priori dell'arsenale di Venezia.
vai al sito:
http://www.argovenezia.it/smb1.htm
L'antico insediamento è stato rintracciato alla fine degli anni '60 da Ernesto Canal, Ispettore onorario della Soprintendenza Archeologica del Veneto.
Nella zona individuata, tra il 1996 e il 1997 Magistrato alle Acque - Consorzio Venezia Nuova, di concerto con la Soprintendenza Archeologica - Nucleo Archeologia Umida Subacquea Italia Centro Alto Adriatico (NAUSICAA), hanno eseguito specifici rilievi archeologici nell'ambito di un progetto per lo scavo di canali e la ricostruzione di barene nell'area compresa tra le casse di colmata e Venezia.
Nel corso di queste attività di rilievo, ai margini dell'antico isolotto sommerso sono stati rinvenuti due antichi vascelli che, nel XIV secolo, furono zavorrati, affondati e ancorati con grossi pali perché servissero da casseri per il rialzo delle rive dell'isola, minacciata dagli allagamenti.
Un espediente che servì per breve tempo: pochi decenni dopo l'isola e il monastero agostiniano che vi sorgeva dovettero essere abbandonati.
Subito dopo la scoperta (1), i due scafi sono stati oggetto di indagini parziali per accertarne natura e datazione. Limitate sezioni trasversali di scavo hanno consentito di appurare che un relitto era attribuibile a un'imbarcazione da trasporto a fondo piatto, mentre l'altro relitto poteva essere identificato con una galea, per la caratteristica forma allungata dello scafo e la presenza della tipica scassa nella zona prodiera arretrata. Si trattava di una scoperta di grandissima importanza e unica nel suo genere. Per la prima volta in assoluto veniva individuato un relitto di galea grazie al quale poter conoscere le tecniche costruttive ancora segrete dei Priori dell'arsenale di Venezia.
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