C’è un’emozione palpabile. Tante sensazioni per una certezza: il talento, la passione, la dedizione, lo studio, la ricerca di un musicista non comune destinati a restare per sempre. Le stesse, peraltro, che emersero subito dopo lo sgomento e il vuoto seguiti a quel giorno in cui Adolfo Broegg si spense. D’improvviso, dopo l’ennesima notte di note. Folle, come quelle veglie che solo l’arte può farti vivere. Senza riferimenti di spazio e di tempo. Piene di colori. Fatte di squarci laceranti. Dove senti e non pensi per la potenza delle vibrazioni. Da queste stesse colonne, appunto il giorno dopo in cui il maestro Broegg morì, Patrizia Bovi, Goffredo degli Esposti, Gabriele Russo, gli amici, i musicisti, i politici, gli amministratori, i melomani dissero, prima a loro stessi e poi agli altri, che quel nome non doveva essere dimenticato. Di più: grazie a quel nome e in coerenza con quanto aveva significato, si sarebbe potuto “fare”. Ieri mattina, dopo tanti sforzi e nella rotonda coincidenza dei 25 anni dalla nascita dell’Ensemble Micrologus che Broegg volle fortissimamente, l’annuncio che a Spello (PG) è sorto il Centro studi europeo di musica medievale a lui intitolato. E proprio qui, dopo un vagabondare imbarazzante soprattutto in quel di Assisi dove pure era nata la passione del Gruppo per il Medioevo, i Micrologus hanno trovato degnamente e finalmente casa. Per un patto morale, sociale, culturale stretto e scritto dal sindaco Sandro Vitali e dalla gente di Spello colta e orgogliosa che la anima e la infiora,da oggi si irradierà verso l’Europa e oltre, la bontà di un progetto fatto di convegni, seminari, corsi per le scuole, concerti. Di competenze utili a supportare le celebrazioni storiche di cui l’Umbria è piena. La casa dei Micrologus e, dunque, del Centro studi Broegg, indissolubilmente e giustamente uniti, è prestigiosa, adeguata: è la Chiesa di Santa Maria della Consolazione di Prato totalmente restaurata e adibita ad auditorium. Qui troveranno posto i liuti del musicista donati dalla famiglia e che la stessa Gigliola, mamma di Adolfo, vuole che non restino chiusi in bacheche ma fruibili agli alunni, ai futuri musicisti nel rispetto di un desiderio che sicuramente il figlio aveva: fare della musicale medievale una forma espressiva fruibile. L’inaugurazione ufficiale con la consegna delle chiavi, avverrà in una due giorni di festa nello spirito aperto alla vita di Broegg. Il 5 e 6 dicembre 2009 si assisterà all’apertura della mostra di liuti, a due concerti dei Micrologus, a due tavole rotonde “La formazione professionale in campo musicale” e “La ricerca e la riproposta della musica antica in Umbria, in Italia”. E siccome questa è gente concreta, dall’11 al 13 dicembre 2009 prenderà vita l’iniziativa “Porte aperte alle voci” con lo scopo di conoscere coloro che studiano, lavorano o sono semplicemente interessati alla musica medievale (domanda da inoltrare entro il 6 dicembre a info@micrologus.it). Che bello avercela fatta. Che bravi quelli che sono riusciti a realizzare il Centro Broegg e dare una sede stabile ai Micrologus. E soprattutto che energia dà pensare quante cose, con un’auspicabile consapevolezza, si potranno realizzare partendo da uno spartito antico.
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